Piazza pulita

La scorsa settimana mi era davvero piaciuta la puntata del programma condotto da Riccardo Formigli su La7 sugli indignati romani. C’era un sacco di gente davanti l’ex Cinema Palazzo a San Lorenzo, il quartiere universitario e della birretta fra amici che è ormai diventato una immensa piazza dello spaccio a cielo aperto. Beh, sapete che c’è? I ragazzi sparavano anche qualche sciocchezza, ma chi se ne frega. Erano là, ci credevano, volevano far capire che c’è voglia di cambiamento, e lo dicevano con i cartelli colorati, con i draghi gonfiabili, con i ragionamenti. La mattina, andando al lavoro e passando per Via Nazionale, ne ho visti altri sulla scalinata del Palazzo delle Esposizioni, e gli ho suonato dal motorino, per salutarli. Proprio venerdì, durante un convegno presso il quale ero stato invitato, ricordavo come sotto Bankitalia c’era una ragazza che aveva un cartello con scritta la famosa frase di Milton Friedman sulla responsabilità delle imprese, solo che recitava, significativamente: “the social responsibility of business is NOT to increase its profits“.

La vergogna di ieri non deve cancellare la spinta ideale, non solo italiana, cui stiamo assistendo. La politica ha il dovere di ascoltare, la società ha il dovere di elaborare e proporre, ma noi tutti dobbiamo ribellarci contro questi fenomeni di squadrismo. Chi sono questi black bloc? Non lo so, francamente. Movimenti radicali? Fascisti? Faccia il Ministro dell’Interno le sue valutazioni. Il vero elemento positivo di quel terrificante pomeriggio è che i manifestanti veri abbiano, da subito, preso le distanze da costoro, addirittura cacciandoli dal corteo e consegnandone alcuni alle forze dell’ordine. Ricordavo nel mio post di ieri come un paio di donne avessero insultato due incappucciati che si allontanavano trotterellando tranquillamente via dagli scontri. Facevano paura? Sì, gli esaltati con caschi e bastoni non ispirano fiducia. Eppure, gliele hanno cantate. Ed anzi, rilancio la proposta che mi è arrivata da Tiziana via FB: chiunque abbia foto e filmati li invii alle forze dell’ordine per aiutarli ad identificare i violenti.

Ha ragione Gad Lerner quando dice che “sono meri guastatori, cui dava solo fastidio il clima di comprensione e simpatia che da alcuni giorni cominciava ad aleggiare intorno alla protesta degli indignati”. Oggi c’è costernazione, ma che non si lasci per strada un movimento di idee per le pur legittime esigenze di ordine pubblico a causa di pochi. Ricordiamocelo per le prossime volte: facciamo piazza pulita.

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