I figli so’ piezz’ ‘e core

Puntata odierna di “Otto e mezzo” su La7 con scintille fra il Sottosegretario alla Giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati e il giornalista Marco Travaglio sulle esternazioni odierne del Presidente del Consiglio davanti il Tribunale di Milano e sulle mirabolanti dichiarazioni sulla povera Ruby alla quale viene donata una sofisticata macchina di depilazione del valore di 60.000 euro per sottrarla alla strada. Rubygate a parte, mi ha colpito come sia riemersa la vicenda che ha visto nel 2005 la Casellati assumere la figlia in quota fiduciaria presso il Ministero, con un Travaglio più perfido che mai (aveva buon gioco) e una Casellati in evidente difficoltà, trovandosi l’ingrato compito di spiegare gli accadimenti della giornata.

Tutto legittimo, naturalmente: ogni esponente del Governo ha diritto a una quota di personale che chiama intuitu personae e chi meglio di una figlia può assolvere a questo compito? Magari qualcuno potrebbe dire che sia inopportuno, ma  è consentito. La cosa divertente – almeno per me, meno per i precari che sono scesi in piazza nei giorni scorsi –  è stato come il Sottosegretario abbia difeso la “coraggiosa” scelta della figlia di lasciare un lavoro a tempo indeterminato presso Publitalia, che mi sembra di ricordare faccia capo alla famiglia Berlusconi, e di accettare, per puro spirito di servizio alla Nazione, un incarico pro tempore nella segreteria particolare della mamma. Dopo il caso Trota parliamo di sciocchezze, ma mi sono commosso. Davvero.

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