Roma ergo suk

Tutto comincia da una mia letterina pubblicata sulle pagine romane del Corriere della Sera a cura di Paolo Conti (grazie!), dal titolo “Il suk di Via Nazionale un triste ingresso a Roma”. Nella lettera riportavo quanto segue: “Caro Conti, Via Nazionale a Roma, partendo dalla bellissima Piazza della Repubblica, ha l’importante ruolo di accesso al centro storico per turisti e visitatori che provengono dalla Stazione Termini. Dopo avere attraversato la terrificante area a ridosso di via delle Terme di Diocleziano (un Bronx del XXI secolo), tuttavia, lo spettacolo è desolante: ogni pochi metri bancarelle su rotelle improvvisate che vendono paccottiglia e panchine occupate da mercanzia improbabile, il tutto ovviamente completamente abusivo. Non mancano, poi, i classici camioncini di vettovaglie per turisti, aperti 24 ore su 24. Insomma, una bancarellopoli in piena regola. A ciò si aggiunga che i venditori sono tutti ragazzi dell’area indiana, ovviamente spremuti a dovere. Chi li sfrutta e li rifornisce? Un ben triste spettacolo che questa via umbertina e i romani non meritano“. Alla lettera, pubblicata il 14 aprile, rispondeva Raffaele Clemente, Capo della Polizia Locale di Roma: “Caro Conti, mi riferisco alla lettera del signor Alfredo Ferrante sui banchi commerciali di via Nazionale pubblicata il 15 aprile. Il nostro personale monitora periodicamente il commercio ambulante su via Nazionale e sino ad ora non sono state riscontrate irregolarità dal punto di vista delle autorizzazioni, rilasciate dagli organi preposti. Non si può dunque parlare di abusivismo, come da lei dichiarato nella lettera pubblicata sul Corriere della sera del 14 aprile 2015. Negli ultimi giorni è stato però sanzionato un operatore a rotazione con postazione in Via delle Terme di Diocleziano angolo Piazza della Repubblica, perché aveva le merci appese irregolarmente”.

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Intanto vorrei ringraziare il Comandante Clemente per aver risposto: Clemente è uomo di grande esperienza, con un curriculum di tutto rispetto e ha poco tempo da perdere. Dobbiamo allora prendere atto che i banchetti su rotelle su Via Nazionale (immagino non le panchine occupare da mercanzia) sono regolari, come sappiamo essere regolari i mega banchi di alimentari aperti 24h posizionati strategicamente ogni 200 metri. Se così è, e non possiamo dubitarne, allora abbiamo un problema. Un problema che non investe i vigili urbani, che devono far rispettare norme e regolamenti e che fanno un lavoro difficile in una città difficile. E’ il problema di una città e di una amministrazione che tollera che nelle vie e nelle piazze del centro storico continui lo scandalo della bancarellopoli. Basta dare un’occhiata alle foto che ho scattato, o recarsi davanti Castel S. Angelo o davanti le insulae romane al Campidoglio per capire come la bellezza della Città Eterna venga continuamente sfregiata. Ed è la bellezza, che abbiamo ereditato, la nostra vera ricchezza nel mondo: una bellezza che poi si articola nel mangiare, nel bere, nella moda, in tutto ciò che nel mondo ammirano e ci invidiano. Eppure siamo i primi a non comprendere come tutelare e valorizzare un tesoro di immenso valore, tutto a cielo aperto, facendo di Roma la cenerentola delle capitali europee. Il tutto, poi, delegato graziosamente a ragazzi extracomunitari, del bacino indiano, sfruttati e pagati quattro spiccioli. Se tutto è regolare, quale allora la soluzione? Tirare avanti? Boicottare le merci? Cambiare i nostri amministratori? Sullo scandalo del Lungomuro, finalmente, qualcosa si muove. Ripuliamo anche il volto della nostra Roma. Lo merita.

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