A proposito di libertà di espressione

Da qualche anno tengo questo blog, dove scrivo di amministrazione pubblica, politica, attualità: sostanzialmente scrivo di qualsiasi cosa mi passi per la testa, con l’unica cautela di usare il cervello e non calunniare nessuno. Considero utilizzare le opportunità che mi offre la tecnologia un dovere civico, prima che un diritto. Credo che lo stesso fosse per Raif. Con qualche piccola differenza. Chi è Raif? Oggi, venerdì 9 gennaio, Raif Badawi, blogger saudita, riceverà le prime 50 delle 1000 frustate cui è stato condannato. Le frustate, oltre a ben 10 anni di carcere e una multa di un milione di rial sauditi, sono la conseguenza di un reato gravissimo, almeno per le autorità saudite: l’esercizio del diritto alla libertà d’espressione, attraverso la creazione e gestione del forum di discussione “Liberali dell’Arabia Saudita”. Riporta il Corriere della Sera che le 50 frustate saranno somministrate in pubblico a Gedda dopo la preghiera del venerdì, all’esterno della moschea di al-Jafali. Le restanti 950 frustate saranno eseguite nelle 19 settimane successive. La punizione a Raif, riportano fonti della Associated Press, servirà da esempio ad altri, secondo le autorità. Ne ha dato notizia Amnesty International che segue il caso del blogger dal giorno del suo arresto, il 17 giugno del 2012. Ricorda il Corriere che l’Arabia Saudita aveva condannato la strage di Parigi del settimanale satirico Charlie Hebdo. Ecco, così per ricordarci di quanto sia prezioso quello che spesso diamo per scontato.

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