Qualcuno avrà pure ben pensato di metterlo in stato d’accusa. Qualcuno ama tirarlo per la giacchetta. Qualcuno continua a dargli del comunista. E qualcuno, contestandolo oggi, ha perso l’ennesima buona occasione per non sfigurare e far sfigurare l’Italia. Dal canto mio, mi sento di ringraziarlo e di invitarvi a leggere il lucido discorso su natura e futuro dell’Europa che ha tenuto di fronte all’aula di Strasburgo del Parlamento europeo. Ancora una volta grazie, Signor Presidente.
[…] nella crisi di consenso popolare di cui l’Unione europea e il processo di integrazione stanno soffrendo – c’è tutto il peso del malessere economico e sociale che l’Unione non è stata in grado di evitare; ma c’è anche il peso di una grave carenza politica, in varie forme, sul piano dell’informazione e del coinvolgimento dei cittadini nella formazione degli indirizzi e delle scelte dell’Unione. E il cambiamento da proporre all’elettorato deve dunque andare al di là delle politiche economiche e sociali. Così come al di là di esse deve andare la sfida con le forze che negano e avversano il disegno dell’integrazione europea, nella sua continuità e nel suo necessario e possibile rinnovamento. Una nuova stagione di crescita economica, sostenibile da tutti i punti di vista, è indispensabile per ricreare fiducia; ma essa non basta per garantire la legittimità democratica del processo d’integrazione, se non è accompagnata da nuovi sviluppi in senso istituzionale e politico nella vita dell’Unione […]. Qui il testo integrale del discorso.