Sconcertante: è la parola più calzante che posso al momento recuperare e far mia a leggere certi lanci di stampa sui siti on line delle principali testate italiane. Cosa è successo? Nel corso della IV Conferenza Nazionale sulla Disabilità in corso a Bologna, accade che un ascensore su quattro in funzione si rompe: viene chiamato il pronto intervento e la cosa si risolve in un’ora. Che succede invece sui media? Quelle testate sino ad oggi silenti su un lavoro che da tre anni viene faticosamente portato avanti nel solco della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e che ha consentito di presentare a Bologna il primo Piano d’Azione Italiano sulla Disabilità, concertato con le federazioni nazionali rappresentative delle persone con disabilità, si svegliano come d’incanto alla presunta notizia che “un certo quantitativo di persone in carrozzina, c’è chi ha detto una cinquantina” (c’è chi ha detto? Uot?), sarebbero rimaste bloccate ai “piani alti” del Palazzo dei Congressi a Bologna per colpa di un ascensore mal funzionante e che addirittura sarebbero stati portati a braccia (sic!) in salvo!
Ora, non pretendo di insegnare il mestiere a chi mastica di giornalismo. Mi limito a osservare che se le stesse blasonate testate che hanno dato spazio a questa “bufala” (giornalisticamente parlando) avessero invece mandato qualche inviato in sede, avrebbero in quattro e quattr’otto realizzato la realtà delle cose, senza dare credito a dichiarazioni palesemente false. Io ero lì. E nessuna persona con disabilità – motoria o di altra natura – è rimasta bloccata in nessun piano alto: chi aveva necessità di scendere nell’atrio ha semplicemente utilizzato gli altri due ascensori che si trovavano a pochi metri da quello che si era rotto e che, dopo un’ora, è stato rimesso in funzione. Un fatto spiacevole, senza dubbio, ma che può accadere. E che, soprattutto, non ha comportato disagi alle persone con disabilità vere protagoniste di una due giorni a Bologna partecipatissima a dispetto della data estiva. Un fatto maliziosamente inesistente, dunque, ha fatto da velo – sudario, direi – ad un evento di enorme importanza, ovvero al lancio di un programma d’azione che segna per la prima volta in Italia la strada che da qui a due anni i Governi dovranno percorrere nel formulare le politiche a favore delle persone con disabilità.
Ma di questo piccolo grande passo, evidentemente, non cala nulla al mondo dell’informazione: troppo complesso, troppo noioso, troppa carne sul fuoco. Meglio gettarsi su una non-notizia come su un osso succulento, dando credito a una telefonata. Per scoprire che il presunto scoop era – fantozzianamente – di plastica. Che peccato.
One Reply to “Il paradosso della disabilità nei media”