Dicono che l’emergenza dello sversamento del greggio nel Golfo del Messico a seguito del disastro della BP, che si era addirittura precipitata a chiedere aiuto e suggerimenti sul come rimediare, sia praticamente finita. Il danno è incalcolabile, e trovo anche assurdo quantificarlo in dollari: ma se desertificassimo la foresta amazzonica (ci arriveremo), possiamo pure dire pure che ci costerà un fantastilione di dollari, ma sempre senza foreste saremo, con un colpo mortale al Pianeta. Del fantastilione ci frega assai! Massimo Mucchetti ricorda come il disastro fosse evento annunciato: a fronte di bei bilanci di sostenibilità pubblicati, e sui quali va fatta finalmente una riflessione, la situazione finanziaria e di sicurezza di BP era da brivido. E non serve andare molto lontano: la Gomorra Campana, il lurido litorale laziale, la cementificazione selvaggia delle nostre coste sono testimonianze pernenni dello sprezzo dell’ambiente e dell’ecosistema.
In questa situazione, si continua, paradossalmente ed ad ogni manovra finanziaria, a parlare di sviluppo, sviluppo e sviluppo, senza avere la capacità di andare con lo sguardo oltre la manovra (e le maree nere) per parlare seriamente di società sostenibile, al di là di tutte le contingenze. Amartya Sen lo ripete da anni, Serge Latouche ci parla della “invenzione” dell’economia e di una società della decrescita. Ci immaginiamo un pianeta con 12 miliardi di persone che vivono come si vive noi fortunati? Consiglio per i duri e puri delo stapotere dell’homo oeconomicus: è tempo di ferie, perchè non fare una capatina nell’isola che non c’è? Seguite la corrente subtropicale del Pacifico del Nord e ci arrivate comodamente: sono ben 2500 chilomentri di plastica e monnezza galleggiante. Buona abbronzatura!
Complimenti!
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