Suicciòf all’italiana

E’ la parola del momento, testimone dell’ossessione tutta italiana per l’utilizzo improprio ed inutile dei termini in inglese. Sta ad indicare il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale che, riporta il sito del Ministero dello Sviluppo Economico, consente l’utilizzo di un maggior numero di programmi e una migliore qualità audio e video. Il famigerato switch off ha fatto notizia principalmente per i casi di confusione e disagio che nella capitale molti cittadini, soprattutto anziani, hanno subito non avendo ben capito cosa fare per ricevere i canali.

Due riflessioni. In primo luogo, ricordava Marco Lodoli qualche giorno fa la situazione dei tanti che, allo scomparire delle immagini sullo schermo, venivano precipitati in stato di astinenza sull’orlo di una crisi di nervi e chiamavano terrorizzati i call center (…),  magari per scoprire, dopo un pò, la pace domestica. La stampa ha fornito istruzioni su cosa fare per passare al digitale, ma con risultati quasi sempre esilaranti tra DTT, UFH, VHF, zapper (…), DGTVi e via così. Non metto in dubbio i vantaggi in termini di qualità e di gamma di programmi, ma non sembra un pelino complicato? Non solo, infatti, l’utente, che già paga un canone annuale per il mero possesso di un televisore, deve acquistare di tasca propria il famoso decoder (…), ma deve fare i conti con l’inglisc nostrano, che usiamo per condire di tutto un pò. Dal marketing  alla homepage, dalla city car alla fiction, usiamo con disinvoltura una serie di termini che hanno piena corrispondenza all’italiano ma che è, evidentemente, trendy (…) usare.

La seconda. Il vecchio televisore con antenna non va bene, anche se l’antenna resta. Chi ha il sistema satellitare non potrà vedere alcuni canali in digitale terrestre e viceversa. Si moltiplicano i telecomandi. Aumentano le spese. Sarà mancanza di fiducia nel progresso, ma tutto questo mi sembra una colossale bufala a danno dell’utente, che si trova, come al solito, sballottato qua e là in mezzo a titaniche lotte fra Rai, Mediaset e Sky. E tutto questo per cosa? Più programmi infarciti di pubblicità (sorry, spot) e di veline che ci tengano per più ore davanti allo schermo? Allora let’s switch off davvero: spegniamo.

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